La Villa Romana sita in località Collesecco si colloca nell’ambito delle grandi ville rustiche sabine del territorio di Forum Novum, capoluogo dell’antica regione; la sua economia era incentrata sulla produzione di colture specializzate quali la vite e l’olivo e la loro distribuzione sul mercato romano tramite il Tevere e la via Salaria. Il ritrovamento di un frammento di orlo di dolio recante il bollo di MCOTTAE, attesta il nome del proprietario dell’edificio, appartenente alla nobile famiglia degli AURELII COTTAE, dalla quale prese il nome il paese di Cottanello.
La villa rientra nella tipologia della domus ad atrio e peristilio; ogni ambiente è riccamente decorato con mosaici prevalentemente geometrici in bianco e nero ma anche con riproduzioni vegetali e animali realizzate con tessere policrome. Attualmente si accede al complesso tramite due ingressi collocati nel lato sud che probabilmente ricalcano gli antichi accessi.
L’atrio, decorato con un mosaico a fondo nero e crocette bianche, è caratterizzato da un impluvium che raccoglieva le acque piovane che vi confluivano dal tetto ad unico spiovente, al di sotto del quale è possibile osservare una parte di pavimento in opus spicatum e parti di muri risalenti alla prima fase costruttiva. A nord dell’atrio è posto il tablinum pavimentato con mosaico a losanghe, ai cui i lati lunghi si dispongono simmetricamente 4 cubicula riccamente decorati con motivi geometrici che nei due cubicula posti ad est, inquadrano figure di volatili, vegetali e maschere teatrali. Dal tablinum si raggiunge anche il triclinium estivo al cui centro era posto un grande emblema di cui rimane solo la cornice esterna. Lungo il lato orientale dell'edificio c’è un portico parzialmente scavato, in cui si conservano blocchi in marmo di Cottanello scanalati solo parzialmente, che servivano per lo scolo delle acque; il portico era in comunicazione con l'atrio tramite un accesso poi chiuso, e con il triclinium. In epoca posteriore, a probabile sistemazione dell'ingresso della villa su questo lato, il porticato, sotto cui si conserva un criptoportico a due bracci, è stato diviso in due parti da muri in laterizio.
Proseguendo verso ovest, tramite un'esedra rettangolare decorata da un mosaico con motivi a clessidra, si accede al peristilio, originariamente circondato da quattro colonne sul lato corto e sei sul lato lungo; ne rimangono ancora in situ alcune realizzate in marmo di Cottanello, insieme a dei capitelli di ordine tuscanico e le basi. Sono presenti inoltre frammenti di colonne realizzate in laterizio ricoperto da stucco, su una delle quali sono ancora visibili tracce di colore azzurro. Il peristilio in un secondo momento subì delle trasformazioni essendo stato chiuso sul lato ovest da un muro, costruito con materiali di recupero. Il corridoio posto lungo i lati sud ed est di questo ambiente, è pavimentato da un mosaico decorato con riquadri in rosso Cottanello con motivo centrale a crocette di tessere bianche.
Tra il peristilio e la zona termale sono presenti atri tre vani: il primo è pavimentato in cocciopesto e su un lato conserva parte di una scala con gradini in marmo rosso, che portava al piano superiore. Gli altri due mostrano decorazioni a ridosso degli ingressi; l’ultimo, in particolare, ha due soglie realizzate non in marmo come nel resto della villa, ma in mosaico; un motivo vegetale a tessere nere su fondo bianco occupa il campo della soglia orientale, mentre la soglia occidentale è decorata da una coppia di gallinacei.
La zona termale si colloca nella parte sud-ovest del complesso. L’impianto è composto da vari ambienti di cui non è facile poter riconoscere con sicurezza le funzioni. Si indica comunque generalmente come frigidarium il vano contraddistinto da una forma circolare con quattro nicchie contrapposte e pavimento in cocciopesto, che si sovrappone a tracce di una precedente pavimentazione in opus spicatum. Nell’attiguo ambiente a sud si può forse riconoscere il tepidarium (30); a fianco di quest’ultimo vi era quindi probabilmente il calidarium (27), un ambiente absidato che conserva un pavimento in cocciopesto risalente alla fase costruttiva precedente. L’acqua che serviva le terme era condotta alla villa da sorgenti naturali, tramite un acquedotto di cui però non rimangono tracce.
Fasi e Cronologia
La villa romana ha subito nell’arco dei secoli varie modifiche e trasformazioni. Grazie alla tecnica costruttiva caratterizzata dall’opus incertum possiamo infatti riconoscere una prima fase che va indicativamente dal II sec. a.C. al I a.C. Segue poi la seconda fase, collocabile principalmente nella prima metà del I sec.d.C., sia pure con trasformazioni fino al II, durante la quale si è cambiato radicalmente l’aspetto della villa grazie l’ampliamento degli ambienti, l’inserimento dell’impianto termale nella sua maggiore estensione, la realizzazione dei pavimenti a mosaico, l’inserimento del peristilio e l’utilizzo di muratura in opus reticulatum, in gran parte realizzata con pietra locale. L’ultima fase, molto più tarda e che si protrae fino all’abbandono dell’edificio, è contraddistinta dall’impiego dell’opus vittatum presso il peristilio, con la trasformazione di questo ambiente e con la chiusura di alcuni accessi alla zona porticata.
Scavi e ricerche alla Villa
Il notevole complesso abitativo della villa venne individuato verso la fine degli anni ’60, durante alcuni lavori agricoli. Le campagne di scavo vennero effettuate da volontari della pro-loco di allora con la sorveglianza della Soprintendenza Archeologica di Roma tra il 1969 e il 1972 e portarono alla luce gli ambienti attualmente visibili. La totale assenza dei dati stratigrafici non permette la corretta comprensione di tutte le strutture; è da notare, inoltre, che gli scavi hanno sicuramente demolito alcune strutture allo scopo di mettere in risalto la principale fase abitativa o lo schema planimetrico originale. Nel 1973 l’area archeologica fu protetta con una recinzione e una tettoia metallica, nel 1988 poi, vennero effettuati dei restauri su tutto l’impianto musivo: i pavimenti furono sezionati, rimossi, posti su dei pannelli rettangolari dopo essere stati integrati con cemento e malta e ricollocati di nuovo in situ.
La Sapienza Università di Roma, con la direzione scientifica del prof. Partizio Pensabene, negli anni 2010-2012, ha svolto delle importanti ricerche alla villa che hanno consentito di acquisire i primi dati stratigrafici certi e di ricostruire meglio le fasi di vita dell’edificio, aprendo interessanti prospettive di ricerca sui materiali e sul particolare tipo di breccia rosata che prende proprio il nome di “marmo di Cottanello”. Dal 2013 le ricerche alla villa, grazie alla concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, vengono condotte dall’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico (ISMA) del CNR, con la collaborazione della Sapienza Università di Roma, della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e di altri Istituti CNR (ITABC e ICVBC), e grazie al supporto logistico del Comune di Cottanello.